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La tomba del mistero nell'antico convento di Santa Maria la Nova

13/4/2016

 
Immaginefoto di Bianca Desideri
A Napoli di storie fantastiche ne sono passate parecchie, ma quella che vuole sepolto Dracula a Santa Maria la Nova certamente merita un'attenzione particolare.
Una storia inquietante ed incredibile, che parecchio si confà al suo protagonista e che ruota tutta attorno alla figura poco conosciuta della Principessa Maria Balsa, donna misteriosa che arrivò bambina alla corte
di Ferdinando d'Aragona, probabilmente al seguito di una nobildonna, tale Androniaca Cominata, moglie e vedova dell’eroe albanese Giorgio Castriota Skandeberg (despota di Albania) e di suo figlio, trovando rifugio a Napoli dopo l'invasione dei turchi nei Balcani.
Alcuni studiosi dell'Università di Tallinn, in Estonia, seguendo le tracce di Maria in Italia, fino al suo matrimonio con il Conte di Acerenza Giacomo Alfonso Ferrillo, e dopo aver esaminato il blasone che fuse gli stemmi delle due famiglie, avrebbero individuato proprio sulla tomba, o a questo punto presunta tale, di Matteo Ferrillo, il padre di Alfonso sepolto nel chiostro di San Giacomo a Santa Maria la Nova, l’immagine della casata di Vlad Tepes III: un drago, apposto sul cimiero della famiglia Ferrillo, la cui effige rappresenterebbe un'anomalia ma anche un riferimento all'iconografia monarchica dei Principi di Valacchia.
Quella giovane principessa venuta dall'est sarebbe stata, dunque,
la figlia del principe delle tenebre, nonché l'artefice del dislocamento delle sue spoglie mortali in Italia.
Le cose sarebbero andate così: Vlad Tepes III detto l'Impalatore scomparve durante una battaglia contro i turchi nel 1476 e venne dato per morto; Maria, che frattanto era stata condotta in salvo nel Regno di Napoli, trovando una nuova vita in Lucania con il Conte Alfonso suo sposo, riuscì a riscattare il corpo del padre e a trovargli adeguata e ben celata sepoltura presso la tomba della famiglia Ferrillo.
Mesi di studio non ancora conclusi hanno aggiunto, poi, sempre più particolari attorno alla fantomatica tomba, avvalorando le tesi dei ricercatori estoni: la simbologia incisa sul marmo della lapide dove dovrebbe riposare Dracula sarebbe ricca di incongruenze e di richiami esoterici e blasfemi, di strani cerchi concentrici, di sequenze numeriche ed altre figure a cui non si riesce a dare una spiegazione appropriata.
Intanto
Il Mattino ha formato un team di esperti per portare finalmente chiarezza sulla vicenda, mentre già si organizzano visite alla presunta tomba di Dracula.
Nel frattempo a noi non rimane che attendere l'ultima parola degli studiosi su questa storia incredibile, rabbrividendo al pensiero dell'eterno non-morto che di notte si aggira indisturbato tra i vicoli della città.
E se fosse tutto vero, se il signore dei vampiri rivendicasse davvero questo legame con il Regno di Napoli, forse anche Bram Stoker avrà dovuto intuire qualcosa, se non altro per il legame torbido che lo collegava a questa città nella quale suo padre trovò la morte nel 1876.


Rossella Marchese


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