
Jorit, è lui l’autore, tra i più noti e apprezzati street artist in Italia e all’estero, che ha individuato personalmente la superficie perfetta su cui dipingere il Santo e che ha lavorato assiduamente e gratuitamente per una settimana dalle 8 alle 20 su un braccio meccanico messo a disposizione dal Comune. La facciata che custodisce il graffito è stata ripulita dalle infiltrazioni, difatti l’Enel ha eliminato alcuni cavi pendenti, mentre il condominio ha contribuito mediante una colletta per rimettere a posto una vicina grondaia e tutelare “un capolavoro già amato da turisti e napoletani”. “La mia ricerca si concentra sull’emozione che i volti riescono a trasmettere” spiega l’artista nato a Quarto da padre italiano e madre olandese e laureato all’Accademia delle Belle Arti. E aggiunge “fotografo il soggetto, lo studio, molti parlano di street art, ma in realtà è un dipinto su un muro realizzato con bombolette spray. Un vero graffito”. “E’ isolato dal mondo quando è lassù, disegna ascoltando musica nelle cuffiette” dice un operatore del Comune che manovra il mezzo elevatore. Il grande murale di San Gennaro, sito a Forcella, è un’opera bellissima e imponente che mette in evidenza la grande maestria dell’artista. Il murale ha avuto un modello reale, che è Gennaro, non a caso, un operaio trentenne di Forcella della cui foto, il writer, si è servito come modello per l’opera che campeggia sulla parete che incornicia l’ingresso della chiesa di San Giorgio Maggiore, in via Duomo.
L’iniziativa dell’opera è stata sponsorizzata dall’assessorato ai Giovani guidato da Alessandra Clemente, figlia di Silvia Ruotolo, vittima innocente della camorra. Che scrive su facebook: “Miracolo di Gennaro a Forcella. Ho creduto in questa iniziativa e ho sostenuto Inward perché Jorit Agoch è un incredibile talento napoletano ed è per noi un dovere promuovere e sostenere i suoi interventi a Napoli. Dotato di immensa generosità, ha lavorato gratuitamente su quel muro da giorni. La creatività urbana a Napoli è sempre di più strumento di politiche di inclusione sociale, denuncia, sviluppo. Grazie all’ottimo lavoro di Stefano Maria Capocelli stiamo lavorando alla riconversione di via Duomo in chiave turistica costruendo da oggi un futuro di lavoro e dignità per i suoi figli. Senza di lui e Luca Borriello, direttore di Inward, non saremmo riusciti nella realizzazione dell’opera. “Gennaro”, è a pochi passi dalla biblioteca Annalisa Durante, nel cuore del nostro centro storico, così insopportabilmente ferito in queste ore. Mi piace pensare che possa restituire quella bellezza negata necessaria per sprigionare etica, buon vivere, rispetto delle regole. Un modo laico per chiedere al nostro Patrono di sostenerci nell’azione corale di riappropriazione della città superando il degrado cittadino che è fuori, ma anche dentro di noi, con i colori della creatività e della presenza assidua delle istituzioni. San Gennaro fermò l’eruzione del Vesuvio che era alle sue spalle. A Gennaro di Jorit, che siamo ognuno di noi, chiediamo di fermare la ferocia della faida che è nelle strade dietro di lui”.
Nicola Massaro
L’iniziativa dell’opera è stata sponsorizzata dall’assessorato ai Giovani guidato da Alessandra Clemente, figlia di Silvia Ruotolo, vittima innocente della camorra. Che scrive su facebook: “Miracolo di Gennaro a Forcella. Ho creduto in questa iniziativa e ho sostenuto Inward perché Jorit Agoch è un incredibile talento napoletano ed è per noi un dovere promuovere e sostenere i suoi interventi a Napoli. Dotato di immensa generosità, ha lavorato gratuitamente su quel muro da giorni. La creatività urbana a Napoli è sempre di più strumento di politiche di inclusione sociale, denuncia, sviluppo. Grazie all’ottimo lavoro di Stefano Maria Capocelli stiamo lavorando alla riconversione di via Duomo in chiave turistica costruendo da oggi un futuro di lavoro e dignità per i suoi figli. Senza di lui e Luca Borriello, direttore di Inward, non saremmo riusciti nella realizzazione dell’opera. “Gennaro”, è a pochi passi dalla biblioteca Annalisa Durante, nel cuore del nostro centro storico, così insopportabilmente ferito in queste ore. Mi piace pensare che possa restituire quella bellezza negata necessaria per sprigionare etica, buon vivere, rispetto delle regole. Un modo laico per chiedere al nostro Patrono di sostenerci nell’azione corale di riappropriazione della città superando il degrado cittadino che è fuori, ma anche dentro di noi, con i colori della creatività e della presenza assidua delle istituzioni. San Gennaro fermò l’eruzione del Vesuvio che era alle sue spalle. A Gennaro di Jorit, che siamo ognuno di noi, chiediamo di fermare la ferocia della faida che è nelle strade dietro di lui”.
Nicola Massaro