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La Augustissima Arciconfraternita dei Pellegrini: una storia lunga cinque secoli

28/6/2016

 
Foto
Entrare nella Chiesa dedicata alla Santissima Trinità, all'interno del complesso ospedaliero dei Pellegrini e attraverso il suo monumentale scalone, significa ripercorrere una storia affascinante, che parla di cavalieri, di viandanti e di confratelli legati ad un patto di carità forte ancora oggi.
Voluti dal Cavaliere Gerosolimitano Fabrizio Pignatelli, esponente di spicco di una delle famiglie patrizie più potenti di Napoli, la Chiesa e l'Ospedale per i pellegrini risalgono al XV secolo, solo successivamente l'intera struttura venne affidata alla Confraternita della Santissima Trinità.
Il progetto architettonico fu disegnato da Luigi Vanvitelli e realizzato dal figlio Carlo. Nel 1700 l'intera struttura fu ampliata e la Chiesa assunse il suo aspetto definitivo che mostra ancora oggi.
L'architettura dell'edificio di culto è alquanto particolare, con una pianta formata da due ottagoni uniti da un rettangolo, con il primo ottagono che fa da navata ed il secondo che funge da oratorio, mentre il rettangolo è il presbiterio.
Grande vanto della Chiesa è certamente il Coro del 1754, opera progettata da Giovanni Antonio Medrano con un splendido complesso statuario in stucco che colpisce il visitatore già dall'ingresso; anche l'Oratorio, interamente in radica di noce e con soffitto in oro zecchino, è pregevolissimo ed ancora conserva la sua antica funzione di luogo adibito ai canti di lode innalzati dai Confratelli, particolarissimi nelle loro lunghe tuniche rosso porpora ed i cappucci integrali del medesimo colore, che li rendono così simili ai monaci penitenti che si vedono in molte parti della Spagna nelle processioni per la Settimana Santa.
Scendendo, nella parte bassa della Chiesa, ancora visitabile l'antica e primissima costruzione religiosa, con il soffitto a cassettoni e la bella e suggestiva statua della Madonna con Bambino che un tempo accoglieva i pellegrini all'entrata del complesso, preziosa opera scultorea di Francesco Laurana; ma ancor più sorprendente la “Terrasanta”, scavata al di sotto dell'edificio come una grotta, è il luogo di sepoltura dei Confratelli, i corpi di alcuni dei quali si sono conservati fino a noi mummificati.
Ma non si tratta solo di arte o di preziosità architettoniche, l'istituzione di quest'opera caritativa per volere di don Fabrizio Pignatelli rappresenta un unicum, essa infatti venne sancita da Papa Gregorio XIII, con una bolla pontificia ad hoc nella quale si approvava la costruzione della Chiesa e dell'Ospedale per i pellegrini, entrambi da intitolarsi a S. Maria Materdomini e, contestualmente, si autorizzava l'Ospedale ad accettare la donazione da parte di don Fabrizio dei suoi beni; la bolla rappresenta, dunque, il rapporto diretto che ha sempre legato l'Arciconfraternita al Papato, senza passare per l'intermediazione cardinalizia, a testimonianza dell'importanza storica e culturale rivestita dall'istituzione.

Rossella Marchese



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