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L’angolo di Rosario Ruggiero

25/9/2016

 
Foto
Una potenzialità turistica ancora tutta da sfruttare.
 Anche la più frivola canzonetta di musica leggera può rivelare interessanti e profondissime valenze sociologiche. Persino il tic più lieve e fuggitivo, all’occhio esperto dello psicologo, può tradire nevrosi e latenti motivazioni intime anche estremamente importanti. Finanche il dettaglio più apparentemente irrilevante talvolta riesce a svelare realtà notevolissime. Insomma, il valore di una cosa, qualsiasi essa sia, non è banalmente nella cosa in sé, ma nel significato che sappiamo conferirle.
Per questo è chiaro motivo di lode la decima edizione della “Soap Box Race” di Verbicaro, recentemente svoltasi in quel paesino collinare cosentino, così vicino alle note località balneari di Santa Maria del Cedro, Scalea, Diamante e San Nicola Arcella.
Di pregevole offerta culturale e spettacolare estiva (concerti di musica classica, raduni bandistici, serate dedicate alla musica leggera più recente, a quella del secolo scorso, alla moda, alla letteratura, alla cinematografia, alla pittura, alle fotografia, e più) il piccolo comune deve ad un suo ammirevole cittadino, Agostino Cirimele, la nascita e l’attenta cura di questa iniziativa che in solo due serate ha saputo raccogliere quest’anno circa diecimila spettatori e decine di concorrenti provenienti da tutta Italia.
Ma al di là della chiara bontà organizzativa, che ha già fatto meritare in passato, dagli Stati Uniti, approvazione, visita, esplicito desiderio di gemellaggio ed il dono di un veicolo, la manifestazione diviene esemplare proprio per lo spessore che il suo sensibile artefice ha saputo conferirle.
Di ispirazione, appunto, americana, la Soap Box Race (corsa delle scatole di sapone) è  parata di veicoli a quattro ruote, con una o due persone a bordo, senza motore e dalle fogge più stravaganti e fantasiose. E quest’anno, a Verbicaro, si è potuto infatti vedere sfrecciare una simpaticissima “scarpa” realizzata a mano, in pelle, da un paziente ottantenne siciliano, una elegante “farfalla” fascinosamente luminosa, un “alveare” con tanto di “api”, un enorme “cestello da supermercato” non privo di spesa a bordo, ed altro ancora.
Ma la cosa sarebbe rimasta nell’ambito della bizzarria e del divertimento più vacuo se l’organizzatore non avesse pensato di ampliare l’offerta includendo esibizioni di ciclisti acrobatici, come il campione della specialità “BMX free style” Alessandro Barbero, e di premiati corridori su tavola a rotelle (skate-board) come Roberto Marasca, un nutrito convegno, can la partecipazione del sindaco Francesco Silvestri, il consigliere con delega all’ambiente Maria Giusy Tuoto, il consigliere con delega alla cultura Annalisa Annuzzi, il funzionario del MIUR (Ministero Istruzione Università Ricerca) di Cosenza Antonio Sessa e di Antonio Votano del Dipartimento ambiente e territorio della Regione Calabria, che avuto protagonista l’ingegner Lorenzo Errico, ideatore di un sistema, collaudato e brevettato, di alimentazione automobilistica a carburante tradizionale (benzina o gasolio) ed… acqua, con vistosi vantaggi sui consumi e sul rispetto ambientale, e borse di studio per studenti progettisti di ogni ordine di scuola, dall’elementari all’università.
Tutto ciò, come sempre, in maniera assolutamente gratuita per il pubblico.
In più una lotteria che con biglietto del costo di solo due euro metteva in palio, tra i premi, anche lezioni pratiche di guida di una vettura monoposto da competizione a cura della prestigiosa scuola “Henry Morrogh Racing Scholl” alla quale  devono la loro formazione piloti di Formula 1 del calibro di Emanuele Pirro e del campione del mondo Jacques Villeneuve.
La piacevole manifestazione è così diventata una festa della velocità su ruote, della creatività, ma, soprattutto utilissima lezione di sensibilizzazione alle problematiche ecologiche ed alla guida sicura.
In una penisola turistica come la nostra, che può incredibilmente offrire al visitatore, contemporaneamente, luoghi d’arte unici al mondo, località particolarissime, come Venezia, magnifici borghi medievali, intere città archeologiche, come Pompei, collina, mare, montagna, laghi, impareggiabili specialità gastronomiche, monumentalità straordinaria, e chi più ne ha più ne metta, alcuni siti, anche minimi ed altrimenti sconosciuti ai più, hanno saputo inventare motivi di attrazione efficaci e prestigiosi, assurgendo a fama mondiale, come Spoleto, con il suo “Festival dei Due Mondi”, Giffoni Valle Piana, con la sua rassegna cinematografica, Ravello, con un’offerta concertistica incessante, e la vicina Diamante, con il rinomato “Peperoncino Festival”.
Nondimeno, Verbicaro, ad altitudine collinare, apprezzata produttrice di vino, antica, prestigiosa costruttrice di zampogne, con un caratteristico centro storico, una chiesa secolare che accoglie due interessanti organi a canne, un antichissimo affresco, pur priva ma non distante dal mare, con la sua “Soap Box Race” propone un nuovo motivo di attrazione turistica originale e complementare alle vicine possibilità  balneari, a basso costo, alto rendimento e collaudato successo.
E dispiace che le attenzioni dei maggiori enti preposti, regionali ed oltre, non siano state attratte dalle fauste prospettive, locali e nazionali, che questa iniziativa lascia facilmente presagire, limitandosi tutt’al più ad un patrocinio morale.
Che, profondamente, siano in accordo con che ebbe mai, pubblicamente, a sostenere che con la cultura non si mangia?
(l’acuto oratore sicuramente dopo essersi attentamente chiesto, e saputo rispondere, se il suo personale modo di procacciarsi di che nutrirsi, con parsimonia o in invidiabile opulenza, fosse poi da ritenersi lavoro manuale o intellettuale).   


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