
La rassegna “Scene d'archivio”della cooperativa En Kai Pan e dell’associazione teatrale Aisthesis presenta: “Commedia in tempo di Peste”.
Dal 16 al 18 dicembre l'Archivio Storico del Banco di Napoli in Via dei Tribunali 213 è diventato teatro per uno spettacolo itinerante tra le sue sale, che ha messo in scena il viaggio di Capitan Matamoros e del suo servo Arlecchino attraverso i quartieri appestati di una Napoli devastata dalla peste del 1656.
Quella che colpì la città partenopea fu tra le epidemie più devastanti e turbò profondamente il suo assetto; la storia della peste a Napoli tanto raccontata in letteratura e rappresentata negli spaventosi dipinti di Micco Spadaro, è stata ricostruita da Eduardo Nappi attraverso una minuziosa raccolta di documenti custoditi nell’Archivio Storico del Banco di Napoli, dai quali emerge il dramma collettivo della città e la sua lotta impari contro il contagio: storie piccole e raramente raccontate, come quella dell’eroica resistenza dei sedici impiegati del Banco di Sant'Eligio in piazza Mercato, una delle zone più colpite dal contagio, che rimasero in servizio per tutto il periodo dell’epidemia e di cui alla fine ne sopravvisse uno solo, o quella del medico Bozzuto che scoprì per tempo la peste del 1656, avvisò il Viceré ma non venne creduto e fu lasciato morire insieme ai primi ammalati.
Durante il loro viaggio Capitano e Servo, membri una compagnia di comici dell’arte rimasta senza lavoro a causa della terribile peste del 1656, pur di continuare a fare teatro, vagano per la città devastata dal contagio, sfruttando ogni occasione per recitare; incontreranno diversi personaggi, dai famigerati “cerretani” venditori di medicamenti nelle piazze, a donne murate vive in case dove è stata accertata la presenza della peste, dai cinici pittori in cerca di fortuna ai temibili “seggettari” che trasportano i malati negli ospedali, fino a confrontarsi con la stessa Morte, che regna incontrastata in città. Chi sono i personaggi reali e chi gli attori, è la domanda posta agli spettatori coinvolti in un vero e proprio happening.
In questo modo l'Archivio Storico del Banco ha aperto il suo cuore alla città; un Archivio narrante, una miniera inestimabile di storia, di architettura, di arte e di costumi sociali, con una collezione che lo rende il più grande archivio storico bancario del mondo, che conserva nelle sue 330 stanze documenti che raccontano cinquecento anni di storia attraverso le fedi di credito, attuali assegni bancari, i libri maggiori e gli elenchi dei clienti dal 1539 al 1900. Se si pensa, infatti, che quasi tutte le operazioni economiche, anche le più semplici della vita quotidiana a Napoli come in tutto il Mezzogiorno, si realizzavano tramite i Banchi pubblici, si può avere idea della mole delle registrazioni e di come queste riguardassero tutte le categorie sociali, dal piccolo debitore alla commissione di un quadro al Caravaggio nel febbraio del 1607, per un dipinto da finire entro il dicembre successivo con un anticipo di 200 ducati.
Così la storia del credito diventa storia sociale, quando da otto Banchi di credito in città nacque il Banco di Napoli, la più vecchia istituzione creditizia d'Italia il cui primo progenitore fu il Banco dell'Annunziata, era il 1463.
Rossella Marchese
Dal 16 al 18 dicembre l'Archivio Storico del Banco di Napoli in Via dei Tribunali 213 è diventato teatro per uno spettacolo itinerante tra le sue sale, che ha messo in scena il viaggio di Capitan Matamoros e del suo servo Arlecchino attraverso i quartieri appestati di una Napoli devastata dalla peste del 1656.
Quella che colpì la città partenopea fu tra le epidemie più devastanti e turbò profondamente il suo assetto; la storia della peste a Napoli tanto raccontata in letteratura e rappresentata negli spaventosi dipinti di Micco Spadaro, è stata ricostruita da Eduardo Nappi attraverso una minuziosa raccolta di documenti custoditi nell’Archivio Storico del Banco di Napoli, dai quali emerge il dramma collettivo della città e la sua lotta impari contro il contagio: storie piccole e raramente raccontate, come quella dell’eroica resistenza dei sedici impiegati del Banco di Sant'Eligio in piazza Mercato, una delle zone più colpite dal contagio, che rimasero in servizio per tutto il periodo dell’epidemia e di cui alla fine ne sopravvisse uno solo, o quella del medico Bozzuto che scoprì per tempo la peste del 1656, avvisò il Viceré ma non venne creduto e fu lasciato morire insieme ai primi ammalati.
Durante il loro viaggio Capitano e Servo, membri una compagnia di comici dell’arte rimasta senza lavoro a causa della terribile peste del 1656, pur di continuare a fare teatro, vagano per la città devastata dal contagio, sfruttando ogni occasione per recitare; incontreranno diversi personaggi, dai famigerati “cerretani” venditori di medicamenti nelle piazze, a donne murate vive in case dove è stata accertata la presenza della peste, dai cinici pittori in cerca di fortuna ai temibili “seggettari” che trasportano i malati negli ospedali, fino a confrontarsi con la stessa Morte, che regna incontrastata in città. Chi sono i personaggi reali e chi gli attori, è la domanda posta agli spettatori coinvolti in un vero e proprio happening.
In questo modo l'Archivio Storico del Banco ha aperto il suo cuore alla città; un Archivio narrante, una miniera inestimabile di storia, di architettura, di arte e di costumi sociali, con una collezione che lo rende il più grande archivio storico bancario del mondo, che conserva nelle sue 330 stanze documenti che raccontano cinquecento anni di storia attraverso le fedi di credito, attuali assegni bancari, i libri maggiori e gli elenchi dei clienti dal 1539 al 1900. Se si pensa, infatti, che quasi tutte le operazioni economiche, anche le più semplici della vita quotidiana a Napoli come in tutto il Mezzogiorno, si realizzavano tramite i Banchi pubblici, si può avere idea della mole delle registrazioni e di come queste riguardassero tutte le categorie sociali, dal piccolo debitore alla commissione di un quadro al Caravaggio nel febbraio del 1607, per un dipinto da finire entro il dicembre successivo con un anticipo di 200 ducati.
Così la storia del credito diventa storia sociale, quando da otto Banchi di credito in città nacque il Banco di Napoli, la più vecchia istituzione creditizia d'Italia il cui primo progenitore fu il Banco dell'Annunziata, era il 1463.
Rossella Marchese