
L’idea del gemellaggio scientifico-culturale tra due paesi così vicini sul tema del monitoraggio vulcanico in aree fortemente urbanizzate è nata il 23 maggio 2015, in occasione della riapertura del Palazzo Borbonico sede dell’Osservatorio Vesuviano. Quell’incontro con i delegati giapponesi, organizzato dall’Osservatorio Vesuviano-INGV (Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia) e dall’Associazione Nazionale Cavalieri Costantiniani Italiani, nonché patrocinato dalle Ambasciate giapponese in Italia ed italiana in Giappone, ha posto le basi per la visita degli scienziati nipponici avvenuta lo scorso 13 ottobre, durante la quale si sono ricordati e rinsaldati gli antichi rapporti tra Italia e Giappone e per identificare e condividere con i più prestigiosi Centri di Ricerca le migliori strategie di monitoraggio per la mitigazione del rischio vulcanico. Questa più recente escursione alla Sala Operativa dell'OV-INGV, a Napoli in Via Diocleziano 328 e alle principali installazioni di monitoraggio dell'area flegrea, ha portato la delegazione giapponese fin sulle pendici del Vesuvio, per dare un’occhiata alle avanzatissime installazioni di monitoraggio dell'area e per visitare lo storico edificio Borbonico dell'Osservatorio Vesuviano.
In realtà, i legami intessuti tra Italia e Giappone in tale ambito risalgono al lontano 1877, quando l’allora Direttore dell’Osservatorio Vesuviano, l’insigne vulcanologo e sismologo Luigi Palmieri, inviò personalmente nel Paese del Sol Levante il prestigioso sismografo elettromagnetico di sua invenzione, poiché richiestogli dal Ministro dell’Interno nipponico in persona. Il sofisticato sismografo, messo a punto dallo scienziato italiano nel 1856, fu messo in funzione per la prima volta sul Vesuvio nel ‘57 per registrare i terremoti precursori dell’eruzione e servì, successivamente, all’Agenzia Meteorologica di Tokyo per fare la stessa cosa in un’area a forte rischio eruzione vulcanica come il Giappone, con i suoi circa 50 vulcani attivi.
Ebbene, un’amicizia ed una collaborazione scientifica feconde dal 1877, le cui celebrazioni culmineranno nei festeggiamenti della primavera del 2016, periodo in cui ricorre il 150mo anniversario dell’apertura ufficiale delle relazioni diplomatiche tra Italia e Giappone.
Rossella Marchese
In realtà, i legami intessuti tra Italia e Giappone in tale ambito risalgono al lontano 1877, quando l’allora Direttore dell’Osservatorio Vesuviano, l’insigne vulcanologo e sismologo Luigi Palmieri, inviò personalmente nel Paese del Sol Levante il prestigioso sismografo elettromagnetico di sua invenzione, poiché richiestogli dal Ministro dell’Interno nipponico in persona. Il sofisticato sismografo, messo a punto dallo scienziato italiano nel 1856, fu messo in funzione per la prima volta sul Vesuvio nel ‘57 per registrare i terremoti precursori dell’eruzione e servì, successivamente, all’Agenzia Meteorologica di Tokyo per fare la stessa cosa in un’area a forte rischio eruzione vulcanica come il Giappone, con i suoi circa 50 vulcani attivi.
Ebbene, un’amicizia ed una collaborazione scientifica feconde dal 1877, le cui celebrazioni culmineranno nei festeggiamenti della primavera del 2016, periodo in cui ricorre il 150mo anniversario dell’apertura ufficiale delle relazioni diplomatiche tra Italia e Giappone.
Rossella Marchese