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Eleonora, la vocazione del libero pensiero.

13/3/2016

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​Il Marzo Donna 2016 della IV Municipalità di Napoli prende il via dal Liceo Classico Statale “G. Garibaldi”, con il primo dei quattro incontri a tema, tutti organizzati nelle scuole, sulla storia delle figure femminili maggiormente rappresentative legate alla terra di Partenope.
Organizzato dall'Associazione Culturale Napoli è, in collaborazione con la Consulta Pari Opportunità della IV Municipalità, l'evento ha visto ospite del Liceo Garibaldi l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, nella persona del Prof. Arturo Martorelli, che ha spiegato ai ragazzi presenti quanto sia rappresentativa oggi la figura di Eleonora de Pimentel Fonseca.
Dopo i saluti del Presidente Armando Coppola, dell'Assessora allo Sviluppo Mariolina Formisano e della Presidente della Consulta Pari Opportunità Assunta Polcaro, istituzioni rappresentative attive della IV Municipalità, ad intervenire la Vice Presidente dell'Associazione Napoli è Bianca Desideri, nonché la Dirigente scolastica del Garibaldi prof.ssa Armida Filippelli, a moderare il critico letterario dott. Ino Fragna.
E dunque, perché una donna vissuta più di due secoli fa dovrebbe continuare a vivere nella frenesia dei nostri tempi modernissimi e magari essere portata d'esempio nelle celebrazioni riguardanti il Marzo Donna? Forse per il solo fatto d'essere stata giustiziata in quanto rivoluzionaria del 1799 ella dovrebbe entrare di diritto nel novero degli eroi?
Certo che no. La memoria imperitura va meritata (nel bene o nel male).
Allora le risposte vanno cercate altrove, nell'esercizio della libertà e dei diritti ad esempio, come suggerisce il prof. Martorelli, che nel tratteggiare l'intelletto vivace di Eleonora lo fa calandola nel un contesto culturale napoletano di fine '700 tutt'altro che dormiente.
Ci sono donne e uomini dotati di un talento straordinario nell'esercizio della libertà e nell'affermazione dei diritti che ad essa conseguono: studiare, diffondere la conoscenza, occuparsi della cosa pubblica, viaggiare e poter intrattenere relazioni con altre culture, aspirare ad un'occupazione di rilievo o semplicemente poter svolgere un lavoro all'altezza delle proprie aspettative; riuscire a gestire tutta questa libertà può rivelarsi impresa di non poco conto e quando qualcuno ci riesce così a pieno  investendo l'intera sua esistenza in questa missione, ebbene è legittimo che il suo vissuto passi alle generazioni successive, a testimonianza di quanto poco scontati siano i diritti, soprattutto se la loro incerta applicazione ne mette a rischio la valenza.
Contraiamo un debito con queste personalità svettanti, che ci consentono di leggere nella storia e di interpretare i segnali per il futuro; e se è la coscienza, dunque, a distinguerci dal resto delle specie senzienti che popolano il pianeta, allora Eleonora de Pimentel Fonseca è tra quelli che meritano memoria imperitura, non per essere stata la donna martire della Rivoluzione Partenopea del 1799, ma per essere stata la donna che professò, in quel particolarissimo contesto storico, la propria libertà di opinione e la propria autodeterminazione, facendosi accostare, fino alla forca, agli ideali rivoluzionari che predicavano dignità, uguaglianza ed opportunità ad un popolo che poteva essere finalmente consapevole del suo potenziale. Il suo salotto di intellettuali, il suo giornale, Monitore Napolitano, le sue poesie e i suoi carteggi ce la restituiscono nella unicità di donna libera e per questo in grado di parlare con un linguaggio simile al nostro, che sembriamo intenderci di libertà, spesso soltanto per sentito dire, troppo raramente per esperienza diretta.
 
Rossella Marchese
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Marzo Donna 2016: Eleonora de Pimentel Fonseca, quella penna affilata come una spada.

8/3/2016

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L’8 marzo prendono il via le celebrazioni per la Festa della Donna, che quest'anno coincidono con il 70esimo anniversario dall'introduzione del suffragio universale in Italia. Per l'occasione la città intera tesserà la trama, fitta di eventi, dedicata all'infinita storia al femminile ordita all'ombra del Vesuvio, in un territorio in cui per secoli si sono espressi gli archetipi ideali della città femmina dal ventre materno.
Per il ricco calendario delle iniziative della IV Municipalità sarà l’Associazione Culturale Napoli è in collaborazione con l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici e l’Associazione Italiana Maestri Cattolici (AIMC) Sezione Napoli Centro ad aprire il programma, mercoledì 9 marzo dalle 10.30 alle 13.30 presso il Liceo Classico “G. Garibaldi” in via Carlo Pecchia n. 26 (Piazza Carlo III), con una retrospettiva sulla figura, ormai leggendaria, di Eleonora de Pimentel Fonseca. Da Palazzo Serra di Cassano, tempio del sapere filosofico e depositario dello spirito rivoluzionario del 1799, ai banchi del Liceo Classico Statale “G. Garibaldi”, il prof. Arturo Martorelli pennellerà il ritratto di una delle personalità più belle e complesse della storia partenopea, l'appassionata rivoluzionaria scrittrice e poetessa, giustiziata a Piazza Mercato nel 1799. 
Interverranno: dott. Armando Coppola, Presidente IV Municipalità; prof Simona Marino delegata Pari Opportunità del Comune di Napoli; dott. Assunta Natale, Consigliera della IV Municipalità, arch. Assunta Polcaro, Presidente Consulta Pari Opportunità IV Muncipalità; prof. Armida Filippelli, Dirigente scolastica Liceo Classico Statale “G. Garibaldi”; dott. Bianca Desideri, Vice Presidente Associazione Culturale “Napoli è”; prof. Arturo Martorelli, Istituto Italiano per gli Studi Filosofici. Modera dott. Ino Fragna, critico letterario.
L'evento, organizzato dall'Associazione Culturale Napoli è, in collaborazione con la Consulta Pari Opportunità della IV Municipalità del Comune di Napoli, sarà il primo di un ciclo di incontri che vedranno sviluppate le vite delle donne del Risorgimento partenopeo e di Matilde Serao, delle combattenti sulle barricate durante le 4 Giornate di Napoli e dei “femminielli”, tanto legati alla figura della Madonna di Montevergine. Tutti gli incontri si terranno nelle scuole e saranno organizzati di volta in volta da diverse istituzioni ed associazioni cittadine, con il patrocinio del Comune di Napoli, presente per questo Marzo Donna con il titolo: “Je sto vicino a te, la forza delle donne tra comunità e territori”. 


Rossella Marchese 

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  La Stazione Metropolitana Toledo vince l’oscar delle costruzioni sotterranee

28/12/2015

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Già l’anno scorso si era aggiudicata su diversi siti e dalle pagine del Daily Telegraph il titolo di “più bella d’Europa”. Stavolta, la stazione Toledo della Metropolitana di Napoli ha gareggiato col mondo intero, vincendo un premio speciale, una sorta di Oscar ad hoc, dedicato alle opere pubbliche sotterranee di ogni continente.
La fermata della Linea 1 partenopea, inaugurata nel 2012 e progettata dall’architetto catalano Oscar Tusquets Blanca, è stata infatti premiata dall’“International tunnelling association”, nella categoria “Uso innovativo degli spazi”.
L’area ha superato in nomination concorrenti del calibro di Sydney e Gerusalemme. La prima, in lizza con un progetto di ricostruzione dell’area accesso veicoli alla fermata dell’Opera House, per la sicurezza dei pedoni. La seconda invece, con un piano di recupero di antichi tunnel sotto Gerusalemme. A ritirare il premio, ad Hagerbach, in Svizzera, l’assessore comunale alle Infrastrutture Mario Calabrese.
I meriti riconosciuti riguardano le tecnologie innovative utilizzate nelle fasi di scavo, ma soprattutto l’idea alla base del progetto architettonico: “La stazione Toledo è un esempio unico di museo decentrato”, scrive l’associazione ITA, “che offre una fruizione dinamica delle creazioni degli artisti, dando ai cittadini la possibilità di viaggiare lungo un itinerario artistico aperto”. È stata definita dal Telegraph la più impressionante stazione metropolitana d’Europa e dalla Cnn fra le più belle del vecchio continente.
Nella fermata Toledo infatti troviamo anche una statua e due mosaici di William Kentridge, mentre i colori scelti dall’architetto Blanca sono un viaggio nelle profondità degli abissi. Si parte così dal nero il colore dell’asfalto per arrivare, mentre si scende, al blu degli oceani, al marrone e all’ocra del terreno.
Al momento la stazione è diventata anche meta turistica, che viene visitata come se fosse una vera e propria opera d’arte.
Nel 2013 ha anche vinto l’ “Emir International award”, l’“Edificio più bello dell’anno”. Anche il sito internet Bor aveva eletto Toledo come la stazione più bella del mondo e simbolo contro il degrado e l’abbandono tanto sociale quanto estetico delle stazioni, in particolare quelle sotterranee. L’accento viene posto da ITA anche sul minuzioso lavoro di risistemazione del contesto urbano circostante, dal lungo passaggio sotterraneo che collega le piattaforme pedonali con l’uscita secondaria in Piazzetta Montecalvario, fino alla riqualificazione della piazza stessa. Inoltre notevole è la pedonalizzazione di Via Diaz e via Toledo, con tanto di piantumazione di alberi, arredi urbani in accordo con le installazioni sotterranee, oltre ad una statua equestre in acciaio Corten di William Kentridge artista sudafricano,  Il cavaliere di Toledo, collocata proprio all’incrocio fra le due strade.
La stazione Toledo fa parte del circuito delle Stazioni dell’Arte della Metropolitana di Napoli che già nel 1996 veniva ideato dal Comune, per poi essere sostenuto dalla Regione Campania a partire dal 2006.
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Nicola Massaro
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Attentati terroristici a Parigi: la notte più lunga

15/11/2015

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​Un normalissimo venerdì sera che si è trasformato in agghiacciante mattanza.
Il bilancio dei sette attentati che si sono consumati quasi in contemporanea nel cuore di Parigi è pesantissimo: 132 morti, 352 feriti di cui 99 gravi ed una intera città piegata dall'orrore con scene di guerra che si sono susseguite per tutta la notte tra le strade.
Luogo simbolo di questo ennesimo episodio criminale rivendicato dall'Isis, a 10 mesi dall'attentato alla sede di Charlie  Hebdo, è e sarà certamente la sala concerto del Bataclan, dove si contano le perdite maggiori, circa 90 morti, tutti ragazzi e tutti ad assistere al concerto del gruppo americano Eagles of Death Metal. Gli attentatori hanno fatto fuoco con fucili a pompa sulla folla inerme per poi continuare a sparare una dopo l'altra a tutte le persone che si trovavano davanti, fino all'epilogo... farsi saltare in aria.
Lo Stade de France, durante l'amichevole tra Francia e Germania, la sala concerti, i ristoranti, le strade affollate, questi gli obiettivi degli attentati terroristici dell' “11 settembre europeo”, il 13 novembre di Parigi. Il Presidente francese Hollande ha dichiarato lo stato d'emergenza, l'“Alpha Rouge” e la chiusura delle frontiere, una cosa che non si vedeva dal 1944; sono stati proclamati tre giorni di lutto nazionale mentre tutto il mondo, da oriente ad occidente, si stringe attorno alla Francia.
Dall'Italia messaggi di cordoglio dal Presidente della Repubblica Mattarella e dal Presidente del Consiglio Renzi, mentre il Ministro degli Interni Alfano annuncia anche in Italia l'innalzamento ai massimi livelli di sicurezza su tutti gli obiettivi sensibili nel nostro Paese, soprattutto per Roma e Milano.
Anche in Campania, il Presidente della Regione De Luca ha incontrato il console francese Jean Paul Seytre per porgere le condoglianze di tutta una comunità, mentre il Sindaco De Magistris ha raggiunto Seytre al telefono.
Nel frattempo anche la facciata della Reggia di Caserta si tinge dei colori della bandiera francese e dobbiamo purtroppo contare anche la prima vittima italiana, Valeria Solesin.
 
Rossella Marchese

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Erri de  Luca, a Napoli tra teatro, concerti e lezioni accademiche.

13/11/2015

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Dopo l'assoluzione lo scorso ottobre, “perché il fatto non sussiste”, Erri de Luca ritorna a Napoli ed in questa prima settimana di novembre tiene sotto scacco l'intera città; conclusasi la vicenda processuale che lo vedeva imputato per istigazione a delinquere a causa delle frasi pronunciate contro la TAV Torino-Lione, a suo avviso meritevole di essere sabotata, lo scrittore partenopeo parla in prima linea del valore delle parole.
Iniziando dal suo spettacolo teatrale “La Musica Provata”, l'autobiografia musicale diventata anche un libro in scena al Bellini dal 3 al 8 ottobre, il pubblico è stato stregato con le musiche di tutta una vita su cui viaggiano i ricordi e le amicizie dell'autore, che compone anche nuove canzoni per lo spettacolo arrangiate da Stefano Di Battista e interpretate da Nicky Nicolai.
Per l'occasione di questa “chiacchierata musicale”, così come egli stesso l'ha definita, Erri De Luca sul palco ha diretto una vera e propria jazz band con pianoforte, sax, batteria, basso e voce che ha dato corpo alle sue parole.
Ma non solo teatro, l'autore ha parlato anche dalla cattedra, incontrando gli studenti della Federico II e non solo al Dipartimento di Giurisprudenza in occasione del dibattito “la parola contraria, tra istigazione a delinquere e libertà d'espressione”, da quel luogo ha ribadito il suo punto di vista sul diritto alla critica, ma ha parlato anche di giustizia e leggi positive, di corretta informazione e nobiltà del giornalismo, portando il suo personale esempio, agli inizi, al fianco di un granitico Giancarlo Siani.
E ancora, un concerto a Piazza Municipio dal titolo “Napoli sta con Erri”, che ha chiuso la settimana “deluchiana” della città domenica 8 novembre; l'evento di musica e parole è stato concepito con l'intento di festeggiare l'esito positivo dello scorso processo tra gli altri con Orchestra Multietnica Mediterranea, Riccardo Veno, Raffaele Giglio, Capone e Bungt Bangt e Almamegretta.
​Rossella Marchese 


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Napoli commemora gli intellettuali del 1799 in piazza Mercato

26/8/2015

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Il breve, ma intenso e significativo periodo della Repubblica Napoletana, fu un episodio politico del tutto diverso dall’alternarsi di dinastie attraverso lotte di potere e di successione, costituendo invece lo sbocco e l’affermazione di un vasto movimento culturale e politico che ha visto coinvolti nobili e borghesi, in un modo talmente intenso e simbiotico che il suo esempio influì, poi, sul futuro Risorgimento Italiano, sulle sue dinamiche e le sue strutture più interne e segrete.
Tuttavia, il bagno di sangue in cui venne soffocata la Rivoluzione Partenopea fu tanto cruento che ancora si avverte la necessità di ricordare la grandezza di quelle personalità e la storia moderna che esse hanno contribuito a scrivere.
Commemorazioni come quella della messa a morte in pubblica piazza dei patrioti repubblicani del 20 Agosto 1799 hanno più che del senso civico alle loro spalle, così a distanza di 216 anni da quel drammatico giorno, il Vicesindaco Raffaele Del Giudice, l'Assessore alla Cultura, Gaetano Daniele e il Presidente dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, l'Avvocato Gerardo Marotta, hanno ri-apposto la targa commemorativa di quella esecuzione (una precedente fu trafugata o smarrita diversi anni fa) all'ingresso della Basilica del Carmine e del sacello marmoreo che chiude la fossa comune appartenente allo stesso edificio, in piazza Mercato, luogo simbolo della storia  e dei tumulti napoletani nel quale si svolsero i macabri fatti; su di essa incisa la frase: “Giovani cittadini...distruggete coraggiosamente quel terribile mostro divoratore delle Repubbliche, chiamato egoismo”, monito contro l'apatico e confuso immobilismo civile che sembra latente nelle nuove generazioni.
Eleonora Pimentel Fonseca, Gennaro Serra, il vescovo Michele Natale, Domenico Piatti, Giuliano Colonna, Gennaro Serra di Cassano, sono solo alcuni dei nomi dei martiri della Rivoluzione Partenopea, alcuni di quelli caduti in Piazza Mercato il 20 Agosto del 1799; molti altri trovarono proprio in quella piazza la morte violenta e la sepoltura all'interno della Basilica del Carmine Maggiore.
Dopo l'apposizione della targa, l'evento è continuato presso la sala conferenze del Palazzo delle Arti di Napoli, per la prima edizione del Premio Pimetel Fonseca, riconoscimento inserito nell'ambito di “FemmeNa” e del Festival del giornalismo civile “Imbavagliati”, conferito per il 2015 alla giornalista russa Oksana Chelysheva, coraggiosa attivista nella ricerca di una soluzione politica pacifica per il conflitto russo-ceceno. Un' intellettuale illuminata dei nostri giorni.
L'omaggio ed il ricordo voluti con questo evento suggellano, ancora una volta, la connessione intensa che il popolo partenopeo vive con la sua città, con ogni suo palazzo, ogni vicolo e strada, come se Napoli fosse carne e sangue, realmente vivente e testimone in prima persona del suo passato glorioso e proiettata in un futuro che vuole essere di speranza e prospettive.
Rossella Marchese
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Giffoni Film Festival 2015: trionfa il cinema italiano

31/7/2015

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Si è appena conclusa la 45esima edizione del Giffoni Film Festival, che si è svolta dal 17 al 26 luglio a Giffoni Valle Piana, in provincia di Salerno, con migliaia di ragazzi provenienti da ogni parte del mondo, che si sono incontrati nella cornice della colorata e affollata Cittadella del Cinema, per gustare insieme grandi anteprime, film indipendenti e partecipare ad incontri interessanti ed entusiasmanti con personalità culturali e star del grande e piccolo schermo. 
Il Festival di Giffoni nasce nel 1971 da un'idea dell'allora diciottenne Claudio Gubitosi, che ancora oggi ne è il direttore artistico. Protagonisti e giurati della manifestazione sono i bambini e i ragazzi, provenienti da ogni parte d'Italia e del mondo. Il loro compito è visionare i film in concorso e discuterne con registi, autori e interpreti, per poi essere chiamati a sceglierne il vincitore.
Ogni giorno, inoltre, i giovani giurati incontrano vari ospiti appartenenti soprattutto al mondo cinematografico e televisivo, con i quali intraprendono un dibattito, ponendo loro delle domande. Un’edizione ricca di celebrità, sorprese e naturalmente tanto cinema. Tema di quest’anno della rassegna era “Carpe Diem”, con 156 film di cui 98 in concorso, suddivisi in lungometraggi, cortometraggi e documentari, tra cui molte anteprime. 
Il trionfatore del Giffoni Film Festival 2015, nella categoria lungometraggi +6 fantasy, è il made in Italy con “Grotto” della regista Micol Pallucca. A convincere i 3600 giurati di questa edizione del Giffoni sono stati film tormentati, sentimentali, romantici ma anche pellicole malinconiche e avventurose. A Rocio Munoz Morales, madrina della premiazione di quest’anno del Festival nella Sala Truffaut, è toccato il compito di presentare e far conoscere i vincitori, consegnando i premi, i “Gryphon Award”, insieme agli attori Riccardo Rossi e Sergio Assisi. “Grotto” è la storia di un’amicizia tra tre ragazzi, girata completamente nelle Grotte di Frasassi, nelle Marche. Ma non è il solo film italiano ad aver vinto. Nella sezione Gex Doc ha trionfato “Forever stars” di Mimmo Verdesca, mentre “Point of view” di Matteo Petrelli, ha primeggiato nella sezione cortometraggi +18. Sempre tra i cortometraggi, al secondo posto della sezione +10 però, è arrivato “Two left feet” di Isabella Salvetti. Premio speciale, e precisamente il “Giotto super Be’ Be’” nella sezione +3, per “The Mods” di Alessandro Portincasa e Antonio Padovan. 
Parlando di star, molte sono quelle che hanno partecipato e presenziato alla manifestazione, scatenando dei veri e propri bagni di folla, soprattutto le star internazionali. Se nei primi giorni di kermesse hanno conquistato il pubblico della Cittadella del Cinema, gli attori da Mark Ruffalo a Darren Criss del cast di Glee, passando per Rory Culkin, fratello del più noto Macaulay Culkin, attore prodigio “In mamma ho perso l’areo”, ecco che i ragazzi del Giffoni hanno aspettato con grande entusiasmo ed eccitazione l’ultimo weekend di Festival, che ha serbato i red carpet più attesi, quello con Orlando Bloom e quello del cast della fiction Braccialetti Rossi e di Rocio Munoz Morales. L’attore britannico ha cercato di trasmettere tutta la sua passione e il suo amore per la recitazione a tutti i giovani che hanno gremito la Sala Truffaut della Cittadella del Cinema: “Il cinema, ha affermato Bloom, può influenzare positivamente la realtà circostante e forse sarete proprio voi, nel prossimo futuro, a essere i registi di questi film. Pensate bene al tipo di storie che volete raccontare perché intrattenere le persone è un privilegio per pochi ed è una fortuna poter avere l’opportunità di farlo”. 
L’avventura si è conclusa anche quest’anno con numerosi consensi e sinceri applausi, dando appuntamento al 2016 con le parole della showgirl spagnola Rocio Munoz Morales: “Il cinema è una finestra sul mondo, fa crescere e scoprire consapevolezze sempre nuove”.
Nicola Massaro


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